25-11-2025

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha stabilito che le bevande analcoliche non possono essere commercializzate o etichettate come gin. La decisione è stata emessa a seguito di una controversia legale in Germania, dove un'associazione che si occupa di concorrenza leale ha contestato l'azienda PB Vi Goods per aver venduto un prodotto chiamato "Virgin Gin Alkoholfrei", che si traduce in "Virgin Gin Alcohol-Free". L'associazione ha sostenuto che, secondo la legge dell'UE, il termine "gin" è riservato a una specifica bevanda alcolica prodotta aromatizzando l'alcol etilico di origine agricola con bacche di ginepro e deve avere un contenuto alcolico minimo del 37,5% in volume.
Il tribunale tedesco ha rinviato il caso alla Corte di giustizia dell'UE per chiarimenti. Nella sua sentenza, la Corte ha affermato che il diritto dell'UE vieta chiaramente di presentare o etichettare bevande analcoliche come "gin senza alcol". Il tribunale ha sottolineato che non importa se l'etichetta include le parole "senza alcol" o altri qualificativi simili. La definizione legale di gin è legata al suo contenuto alcolico e al metodo di produzione, e questi requisiti non sono soddisfatti dalle alternative analcoliche.
Il tribunale ha anche affrontato le argomentazioni relative alla libertà d'impresa ai sensi della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Ha ritenuto che tale libertà non prevalga sul divieto di utilizzare il termine "gin" per i prodotti analcolici. La sentenza specifica che le aziende sono libere di vendere bevande analcoliche, ma non possono utilizzare termini protetti come "gin" nel marketing o nell'etichettatura, a meno che il prodotto non soddisfi tutti i criteri legali.
La decisione giunge in un momento in cui l'UE ha recentemente permesso di etichettare il vino analcolico come "vino senza alcol" o "0.0", e regole simili esistono per la birra. Tuttavia, gli alcolici come il gin sono soggetti a norme più severe per quanto riguarda la loro denominazione e composizione. Il tribunale ha spiegato che questo divieto mira a proteggere i consumatori dalla confusione su ciò che stanno acquistando e a garantire una concorrenza leale tra i produttori che rispettano gli standard UE per gli alcolici.
Secondo la sentenza, consentire la vendita di bevande analcoliche come gin potrebbe indurre in errore i consumatori sulla natura e sugli ingredienti del prodotto. Potrebbe inoltre creare una concorrenza sleale per i produttori di gin tradizionali che seguono metodi di produzione consolidati e soddisfano tutti i requisiti normativi.
Si prevede che la sentenza avrà un impatto in tutta l'Unione Europea, influenzando le modalità di commercializzazione e vendita delle bevande analcoliche alternative negli Stati membri. I produttori di bevande analcoliche dovranno trovare nomi alternativi e strategie di branding che non violino denominazioni protette come "gin". La decisione rafforza le normative europee esistenti, volte a mantenere la chiarezza nell'etichettatura di alimenti e bevande e a proteggere sia i consumatori che i produttori conformi da pratiche ingannevoli.
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