06-10-2025
Si è aperta a Chicago la seconda edizione di Vinitaly.USA, che ha riunito i protagonisti del mondo del vino al Navy Pier per due giorni di incontri, degustazioni e dibattiti. L'evento, che si è tenuto il 5 e 6 ottobre, ha l'obiettivo di rafforzare i legami economici e culturali tra Italia e Stati Uniti attraverso la promozione del vino italiano. Secondo i dati dell'Osservatorio Uiv-Vinitaly, le esportazioni di vino italiano negli Stati Uniti hanno generato oltre 2,2 miliardi di dollari di ricavi annuali per le aziende italiane nel 2024. Tuttavia, il valore totale creato per i partner americani è molto più alto, superando i 10 miliardi di dollari ogni anno.
Federico Bricolo, presidente di Veronafiere, ha sottolineato che il vino italiano non è solo un simbolo di eccellenza gastronomica, ma anche un asset economico strategico nelle relazioni tra Italia e Stati Uniti. Ha spiegato che Vinitaly.USA è stato creato come piattaforma per concentrarsi sul business, sul dialogo e sulla collaborazione per proteggere e promuovere questo patrimonio in un contesto di mercato difficile.
Gli Stati Uniti rimangono il più grande mercato di esportazione per il vino italiano, rappresentando il 24% delle esportazioni totali di vino dell'Italia in termini di valore. Nel 2024, le importazioni di vino italiano negli Stati Uniti hanno raggiunto quasi 2,3 miliardi di dollari, con 354 milioni di litri venduti - l'equivalente di oltre 470 milioni di bottiglie standard. Le etichette italiane detengono una quota del 38% tra i vini stranieri consumati negli Stati Uniti, superando di gran lunga i concorrenti di Australia, Nuova Zelanda, Francia e Cile.
Nonostante i vini nazionali costituiscano circa il 70% di tutto il vino consumato negli Stati Uniti, i vini italiani si sono ritagliati una posizione di primo piano tra le importazioni. Secondo l'Osservatorio Uiv-Vinitaly, ogni dollaro speso in vino italiano o europeo genera un valore stimato di 4,50 dollari per l'economia americana. Questo effetto moltiplicatore evidenzia una relazione commerciale che si è sviluppata nel corso di oltre mezzo secolo.
L'impatto del vino italiano va oltre gli importatori e i distributori. Negli Stati Uniti sono presenti più di 1.000 importatori di vino registrati, molti dei quali specializzati in vini italiani ed europei, oltre a un numero equivalente di distributori e grossisti e circa 2.000 rivenditori. La sola industria della ristorazione italiana ha un valore di 95 miliardi di dollari l'anno e comprende oltre 62.000 attività a livello nazionale. I vini italiani sono al centro dell'offerta di questi locali; il Prosecco compare nel 41% dei menu americani, secondo una ricerca di Italian Wine Podcast e Somm.ai, mentre i rossi toscani sono molto ricercati.
L'impronta economica più ampia è significativa. Il "2025 Economic Impact Report" di Wine America stima che l'impatto annuale totale del vino negli Stati Uniti - diretto, indiretto e indotto - è di 144,4 miliardi di dollari. Di questi, quasi 19 miliardi di dollari sono attribuiti al solo vino italiano.
Il Vinitaly.USA di quest'anno arriva in un momento delicato per il settore, a causa delle nuove tariffe del 15% imposte da agosto sui vini importati. Sia i distributori americani che le associazioni di categoria come la WSWA e la U.S. Wine Trade Alliance hanno espresso preoccupazione per gli effetti di questi dazi sul business.
I rappresentanti di Coldiretti e Filiera Italia hanno partecipato a Vinitaly.USA per evidenziare non solo le denominazioni più note, ma anche le varietà meno conosciute che mettono in risalto la biodiversità italiana: l'Italia vanta infatti 570 vitigni autoctoni su 681.000 ettari di vigneti. Luigi Scordamaglia della Coldiretti ha sottolineato nel corso del suo intervento che il consumo moderato di vino di qualità fa parte della Dieta Mediterranea - aspetto recentemente riconosciuto da un documento delle Nazioni Unite - e lo distingue dal dannoso abuso di alcol.
Gli organizzatori vedono in Vinitaly.USA un'opportunità per rafforzare la consapevolezza del consumo responsabile e per promuovere l'autentico Made in Italy in un momento in cui i mercati globali stanno cambiando rapidamente. Essi sostengono che le esportazioni di vino italiano non rappresentano solo un prodotto, ma uno stile di vita che non può essere facilmente replicato o imitato altrove.
Per molti consumatori e aziende americane, il vino italiano è diventato più di una semplice importazione: è parte integrante della cultura gastronomica e dell'attività economica del Paese. In presenza di sfide come i dazi doganali, entrambe le parti stanno lavorando per garantire che questa partnership di lunga data continui a prosperare in un mercato globale in continua evoluzione.
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