Le esportazioni di vino degli Stati Uniti in Canada crollano dell'82% a causa delle tariffe doganali che ridisegnano un mercato da 2,8 miliardi di dollari

Aumentano i vini cileni, neozelandesi e francesi, mentre i dati sulle esportazioni canadesi sollevano dubbi su produzione e riesportazione

30-10-2025

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U.S. Wine Exports to Canada Plunge 82% as Tariffs Reshape $2.8 Billion Market

Il forte calo delle esportazioni di vino statunitense in Canada sta ridisegnando il commercio vinicolo nordamericano. Tra febbraio e agosto 2025, le vendite di vino americano in Canada sono diminuite dell'82,2% in valore e del 60,8% in volume rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, secondo i dati compilati da Del Rey AWM. Questo calo rappresenta una perdita di 257 milioni di dollari canadesi in soli sette mesi. La causa principale sono i nuovi dazi imposti dall'amministrazione Trump all'inizio dell'anno, che hanno portato a un aumento delle tensioni tra i due Paesi.

Nonostante questo calo, il consumo di vino canadese rimane forte, con una domanda annuale che supera i cinque milioni di ettolitri. Per soddisfare questa domanda, il Canada si affida in larga misura alle importazioni, dato che la sua produzione interna è di soli 0,7 milioni di ettolitri all'anno. In media, il Canada importa circa 4,1 milioni di ettolitri di vino all'anno, per un valore di circa 2,8 miliardi di dollari canadesi, cifra che è cresciuta di oltre il 16% dal 2017.

Con i vini americani sempre più costosi e meno disponibili a causa dei dazi e dell'incertezza politica, gli importatori e i consumatori canadesi si sono rivolti ad altri fornitori internazionali. Cile, Nuova Zelanda e Francia sono emersi come i principali beneficiari di questo cambiamento. Nei primi sette mesi del 2025, il Cile ha aumentato le sue esportazioni in Canada del 22% in valore e di quasi il 38% in volume. La Nuova Zelanda ha registrato un aumento del 31% in valore e del 42% in volume, mentre la Francia ha consolidato la sua posizione di fornitore leader con un aumento del 19% in valore.

Anche l'Italia e la Spagna hanno approfittato delle mutate condizioni di mercato, registrando un aumento dei volumi esportati in Canada rispettivamente del 9% e del 16%. Il risultato è un mercato più competitivo e diversificato, con i consumatori canadesi che mostrano un crescente interesse per i vini europei e dell'emisfero meridionale.

Allo stesso tempo, ci si interroga sul ruolo del Canada come esportatore di vino. Nonostante la produzione limitata, il Canada esporta ogni anno circa due milioni di ettolitri di vino, quasi tutti destinati agli Stati Uniti e per lo più spediti all'ingrosso. Ciò ha destato preoccupazione tra gli analisti perché i dati ufficiali suggeriscono che il Canada esporta più vino di quanto ne produca a livello nazionale. La spiegazione più accreditata è che alcune di queste esportazioni siano in realtà riesportazioni o miscele industriali rese possibili da accordi logistici e fiscali con gli Stati Uniti. L'Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV) ha rilevato delle incongruenze nelle statistiche delle esportazioni canadesi relative alla vera origine e destinazione di alcune spedizioni.

Anche il panorama dei prezzi è cambiato in modo significativo. Mentre i volumi totali delle importazioni sono leggermente diminuiti - da circa 4,1 milioni di ettolitri a 3,7-3,9 milioni - il valore complessivo delle importazioni ha continuato a crescere grazie all'aumento dei prezzi medi al litro. Il prezzo medio è passato da 5,84 dollari canadesi al litro nel 2017 a 7,33 dollari nel 2025, con un aumento di circa il 25%. Questa tendenza riflette sia l'inflazione globale che incide sulla logistica e sulle forniture, sia lo spostamento dei consumatori canadesi verso vini di qualità superiore provenienti da regioni affermate come Francia, Italia e Nuova Zelanda.

I vini fermi in bottiglia rimangono il segmento più dinamico, rappresentando i due terzi delle importazioni totali e la quasi totalità (95%) del loro valore commerciale. Il vino sfuso rappresenta solo il 4% circa del valore delle importazioni, ma riveste comunque un ruolo strategico per il suo volume.

Anche le esportazioni di vino canadese hanno risentito delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Da febbraio ad agosto di quest'anno, le esportazioni di vino canadese - quasi interamente destinate agli Stati Uniti - sono diminuite di quasi il 23% in volume e di quasi il 7% in valore rispetto all'anno scorso. Il prezzo medio del vino canadese esportato rimane basso, appena 0,65 dollari al litro, a testimonianza del suo status di prodotto sfuso.

I rapidi cambiamenti nel commercio del vino canadese evidenziano la rapidità con cui i mercati globali si adattano quando fattori politici o economici sconvolgono gli schemi consolidati. Mentre i vini statunitensi perdono terreno a causa dei dazi e delle controversie commerciali, altri Paesi si muovono rapidamente per colmare il vuoto lasciato. Per ora, Cile, Nuova Zelanda, Francia, Italia e Spagna stanno rafforzando le loro posizioni in uno dei mercati d'importazione di vino più dinamici al mondo.

La situazione unica del Canada, che è allo stesso tempo un importante importatore e un esportatore i cui numeri sollevano dubbi, aggiunge un ulteriore livello di complessità per gli osservatori del settore che seguono i flussi globali di vino. Finché la domanda rimarrà alta e i consumatori continueranno a cercare prodotti di qualità dall'estero, il Canada rimarrà un campo di battaglia fondamentale per i produttori di vino internazionali alla ricerca di opportunità di crescita al di fuori dei loro mercati nazionali.

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