20-09-2025

In occasione della fiera internazionale Cheese, che si è tenuta a Bra, in Piemonte, dal 19 al 22 settembre, Slow Food ha assegnato il premio "Resistenza Casearia" alla Fattoria Faraoni, una piccola azienda agricola di Sutri, in provincia di Viterbo. Il premio è stato consegnato ieri ad Andrea Cippitelli e Silvia Faraoni, che gestiscono insieme l'azienda. Il riconoscimento celebra i produttori che nel loro lavoro rispettano i metodi naturali, la tradizione e il benessere degli animali.
Cheese è considerato il più importante evento internazionale dedicato ai formaggi a latte crudo. Il premio "Resistenza Casearia" viene assegnato ogni due anni a pastori, casari, ricercatori e appassionati che rifiutano le scorciatoie industriali e continuano a produrre alimenti in linea con i valori tradizionali. I vincitori sono selezionati per il loro impegno non solo nella produzione di formaggi naturali a latte crudo, ma anche per il loro trattamento equo e rispettoso degli animali.
Nella motivazione ufficiale del premio, Slow Food ha sottolineato l'approccio unico di Andrea Cippitelli e Silvia Faraoni. In un'area dominata dalla monocoltura del nocciolo - dove circa il 90% dei terreni agricoli è utilizzato per le nocciole - la coppia ha scelto una strada diversa. Hanno lavorato anno dopo anno per ripristinare la fertilità del suolo e migliorare la biodiversità dei loro pascoli utilizzando metodi di pascolo razionali. La loro azienda alleva diverse razze di vacche (Pezzate Rosse, Maremmane, Chianine), pecore (Massese e Appenninica) e maiali. Tutti gli animali sono sempre liberi di muoversi, mangiare, bere e dormire all'aperto. Secondo Slow Food, questi metodi non solo proteggono la natura, ma la rigenerano.
La Fattoria Faraoni è stata fondata nel 2007 quando Andrea e Silvia decisero di allevare bovini per la produzione di formaggio e carne a una condizione: che gli animali fossero sempre al pascolo. Nonostante l'azienda si trovi a soli trecento metri sul livello del mare, sono riusciti a ripristinare la salute del suolo piantando erbe e piante benefiche come la gramigna per rinforzare il terreno e risolvere i problemi idrologici. Utilizzando solo il letame prodotto in azienda e le tecniche di semina tradizionali, hanno triplicato la produttività dei pascoli grazie a una gestione razionale.
Oggi la Fattoria Faraoni fa parte dei Presìdi Slow Food per i prati stabili e i pascoli. Luigi Pagliaro, presidente di Slow Food Viterbo e Tuscia, ha dichiarato che questo riconoscimento sottolinea gli sforzi di Andrea e Silvia per preservare i prati stabili, i pascoli e altri ecosistemi essenziali per la biodiversità. Ha descritto il loro lavoro come un modello di produzione di qualità sostenibile e rispettosa del benessere degli animali.
Il premio è stato consegnato da Alessandro Stocchi dell'Associazione Assaggiatori Parmigiano Reggiano. Alla cerimonia hanno partecipato Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, Giancarlo Righini della Regione Lazio, Massimiliano Raffa di Arsial e Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia.
Oltre alla Fattoria Faraoni, quest'anno partecipano a Cheese altri sei produttori della Tuscia con il sostegno di Arsial-Regione Lazio. Si tratta della Tenuta Il Radichino di Ischia di Castro, della Piccola Formaggeria Artigiana di Viterbo, de La Cascina Delle Pantane di Vejano per i formaggi, della Tenuta Il Melograno di Vasanello, de La Frutta e di Cibo Vivo di Viterbo per frutta, verdura e conserve. Questi produttori sono anche coinvolti nei laboratori del gusto organizzati da Slow Food Lazio in occasione dell'evento.
Luigi Pagliaro ha spiegato che la partecipazione a Cheese offre ai produttori una preziosa opportunità per condividere la storia del loro territorio attraverso i pascoli, i formaggi a latte crudo, le colture storiche e le comunità rurali. Ha sottolineato che la provincia di Viterbo ha un patrimonio millenario che può essere apprezzato ancora oggi grazie alla dedizione degli allevatori locali che producono formaggi di latte vaccino, ovino, caprino e persino bufalino.
Il premio "Resistenza Casearia" è un riconoscimento a coloro che scelgono un percorso difficile in agricoltura, che privilegia il rispetto dell'ambiente e il benessere degli animali rispetto all'efficienza industriale, e che contribuiscono a mantenere vivi i paesaggi tradizionali attraverso il loro lavoro quotidiano.
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