19-11-2025
Secondo il Rapporto di Previsione Strategica pubblicato da Vinetur il 19 novembre 2025, il mercato globale del vino sta chiudendo il 2025 in un periodo di significativi cambiamenti. Il rapporto, basato sui flussi commerciali da gennaio a ottobre, sulle tendenze macroeconomiche e sui dati doganali dei dieci principali Paesi importatori, delinea un anno caratterizzato da cambiamenti strutturali sia nell'offerta che nella domanda.
Dopo la volatilità e le pressioni inflazionistiche del 2023 e del 2024, il settore vinicolo non è tornato ai modelli pre-pandemici. Al contrario, è entrato in quella che gli analisti descrivono come una "nuova realtà". Questa è definita da una divergenza tra valore e volume del commercio globale, da una maggiore frammentazione geopolitica e dall'evoluzione delle abitudini di consumo nei mercati maturi.
Un fattore chiave che ha influenzato il mercato quest'anno sono state le conseguenze della vendemmia globale storicamente bassa del 2024, che ha raggiunto livelli mai visti dal 1961. Questa carenza di offerta, unita all'indebolimento del potere d'acquisto dei consumatori a causa dell'inflazione, ha portato a un aumento dei prezzi medi del vino, anche se il consumo complessivo si è ridotto. Il risultato è uno scenario in cui vengono scambiati meno litri a livello internazionale, ma il valore totale di questi scambi rimane stabile o addirittura cresce in alcuni segmenti.
Sono tre le forze principali che determinano questa divergenza tra valore e volume. In primo luogo, la premialità forzata e la scarsità hanno fatto salire i prezzi, dato che i principali esportatori come Spagna e Francia hanno registrato cali di produzione fino al 20% in alcune regioni. In secondo luogo, i costi per i materiali di imballaggio e la logistica rimangono elevati e i tassi di interesse elevati rendono più costoso il finanziamento delle scorte. In terzo luogo, i consumatori che continuano ad acquistare vino optano sempre più per prodotti di qualità superiore, in particolare per i vini spumanti e i vini fermi di qualità superiore, che si sono dimostrati meno sensibili agli aumenti di prezzo rispetto ai vini da tavola generici.
Anche le tensioni geopolitiche hanno giocato un ruolo importante nel rimodellare i flussi commerciali. La reintroduzione di dazi da parte degli Stati Uniti sui vini europei - dal 15% al 25% - e le successive misure di ritorsione del Canada nei confronti dei vini statunitensi hanno interrotto le tradizionali catene di approvvigionamento. Queste azioni hanno portato ad accumulare scorte all'inizio dell'anno, seguite poi da forti cali. In Russia, le nuove sanzioni e il ritiro delle aziende occidentali hanno fatto crollare le importazioni di vino europeo, riorientando la domanda russa verso i produttori nazionali e la vicina Georgia.
Le sfide logistiche hanno ulteriormente complicato le cose. Le interruzioni di rotte marittime fondamentali come il Mar Rosso e il Canale di Suez hanno allungato i tempi di transito attraverso il Capo di Buona Speranza per le spedizioni dall'Europa all'Asia e all'Oceania. I costi di spedizione diretti al consumatore hanno raggiunto livelli record, con una media di 52,68 dollari per bottiglia, rendendo il commercio elettronico transfrontaliero impraticabile per tutti i vini tranne quelli di lusso. Anche le tariffe di spedizione dei container hanno subito un'impennata a causa dell'incertezza tariffaria e della congestione portuale sulla costa occidentale degli Stati Uniti.
Le stime globali per la fine del 2025 indicano un valore totale delle importazioni di 34,85 miliardi di euro (in calo del 2,1% rispetto al 2024) e un volume totale delle importazioni di 9,45 miliardi di litri (in calo del 4,2%). Il prezzo medio al litro è salito del 2,2% a 3,69 euro, riflettendo sia l'inflazione dei costi che lo spostamento verso prodotti di qualità superiore. Il consumo globale di vino dovrebbe chiudersi a circa 212 milioni di ettolitri, con un calo dell'1,1% rispetto allo scorso anno.
Il consumo pro capite continua a diminuire in mercati tradizionali come gli Stati Uniti - stimato a 2,60 galloni per persona quest'anno rispetto a un picco di 3,16 galloni nel 2021 - e in Europa, dove il vino sta perdendo terreno durante i pasti a causa delle tendenze alla moderazione, della concorrenza di altre bevande e delle pressioni economiche.
Uno sguardo più attento ai singoli mercati rivela dinamiche diverse:
Le tendenze emergenti includono la rapida crescita dei vini analcolici ("NoLo") - ora stimati a 2,84 miliardi di dollari a livello globale - con i miglioramenti tecnologici che attraggono i consumatori più giovani alla ricerca di opzioni di moderazione. I formati Bag-in-Box hanno guadagnato popolarità grazie ai loro vantaggi logistici e al minor costo per litro, soprattutto in Scandinavia, Giappone e Svizzera.
Il commercio di vino sfuso ha affrontato la volatilità: mentre la scarsità ha fatto salire i prezzi franco cantina, gli alti costi di trasporto hanno reso antieconomico il trasporto su lunghe distanze per i prodotti a basso prezzo.
Guardando al 2026, il rapporto prevede solo una modesta ripresa dei raccolti globali (+3%), ancora al di sotto delle medie storiche. I prezzi ex-cellulari potrebbero stabilizzarsi se l'offerta migliorasse leggermente, ma la domanda rimarrà limitata da fattori economici e dall'evoluzione delle preferenze dei consumatori.
Si prevede che il settore continuerà a spostarsi dalle esportazioni di prodotti di base ad alto volume verso reti commerciali regionali incentrate su prodotti di valore superiore che soddisfano le richieste di sostenibilità, coscienza salutistica e convenienza, tendenze che probabilmente definiranno la prossima fase del mercato vinicolo globale.
| Maggiori informazioni |
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| (PDF)Previsioni strategiche: Mercato globale del vino 2025 |
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