Le esportazioni di alcolici americani crollano a causa delle tensioni commerciali e del cambiamento del sentimento globale

07-10-2025

I principali mercati registrano forti cali a causa di dazi, divieti e atteggiamenti antiamericani che mettono in discussione le prospettive di crescita internazionale dei distillatori statunitensi

Le esportazioni di alcolici americani sono diminuite del 9% nel secondo trimestre di quest'anno, secondo un rapporto pubblicato lunedì dal Distilled Spirits Council of the United States. Il calo segna una brusca inversione di tendenza rispetto alla forte performance delle esportazioni dello scorso anno e mette in evidenza le crescenti sfide per i produttori di alcolici statunitensi nei principali mercati internazionali.

Il rapporto mostra che il calo è stato diffuso nelle principali destinazioni, tra cui l'Unione Europea, il Canada, il Regno Unito e il Giappone. Questi quattro mercati insieme rappresentano circa il 70% delle esportazioni totali di alcolici statunitensi in termini di valore. Il calo più significativo si è verificato in Canada, dove le esportazioni di alcolici americani sono scese dell'85% a meno di 10 milioni di dollari nel trimestre. Il Consiglio ha dichiarato che la maggior parte delle province canadesi continua a bandire dai propri scaffali il whisky e gli altri alcolici americani. Si tratta di una risposta alle tariffe statunitensi sulle merci canadesi, anche se il Canada ha rimosso le sue tariffe di ritorsione a settembre.

Le spedizioni verso l'Unione Europea, che rimane il più grande mercato per gli alcolici americani, sono scese del 12% a 290,3 milioni di dollari. Le esportazioni verso il Regno Unito sono diminuite del 29% a 26,9 milioni di dollari, mentre quelle verso il Giappone sono scese del 23% a 21,4 milioni di dollari. Il Consiglio ha attribuito questi cali in parte alle continue tensioni commerciali e all'incertezza sui dazi.

Chris Swonger, presidente del Distilled Spirits Council, ha dichiarato che c'è una crescente preoccupazione per il fatto che i consumatori internazionali stiano abbandonando i marchi americani a favore di alcolici prodotti localmente o importati da altri Paesi. Ha avvertito che questo spostamento potrebbe avere conseguenze a lungo termine per i produttori statunitensi se le barriere commerciali rimarranno in vigore.

Il consiglio rappresenta aziende leader nel settore degli alcolici come Pernod Ricard, che produce il whisky irlandese Jameson, e Brown-Forman, produttore del Jack Daniel's Tennessee Whiskey. Entrambe le aziende contano molto sulle esportazioni per crescere al di fuori degli Stati Uniti.

Anche altre aziende americane di beni di consumo hanno segnalato problemi legati al crescente sentimento antiamericano all'estero. Ad agosto, Levi Strauss ha messo in guardia gli investitori dai rischi derivanti da un "crescente antiamericanismo" che potrebbe indurre i consumatori a evitare i prodotti di fabbricazione statunitense. A maggio, l'amministratore delegato di McDonald's, Chris Kempczinski, ha dichiarato agli investitori che l'azienda ha riscontrato un aumento di tale sentimento, soprattutto in Nord Europa e in Canada.

Il crollo delle esportazioni giunge in un momento difficile per i produttori di whisky e gli altri distillatori americani, già alle prese con il rallentamento delle vendite in patria e con livelli di scorte da record. Swonger ha sottolineato che l'industria globale degli alcolici è altamente interconnessa e che le tariffe imposte da un paese possono avere effetti a catena su tutto il settore.

Il Distilled Spirits Council ha invitato l'amministrazione Trump a collaborare con i partner commerciali per ripristinare le tariffe zero per zero sugli alcolici e altri beni di consumo. Il gruppo sostiene che il libero scambio è essenziale per mantenere l'accesso ai mercati internazionali e sostenere i posti di lavoro nell'industria delle bevande statunitense.

I risultati del rapporto evidenziano come le decisioni di politica commerciale possano rapidamente influenzare la domanda di prodotti americani iconici all'estero. Mentre proseguono i negoziati tra Washington e i suoi partner commerciali, i leader del settore affermano che osserveranno attentamente i segnali di progresso verso la riduzione delle barriere e il ripristino della fiducia dei consumatori globali.