18-10-2024

Mentre la Cina è tuttora impegnata in una guerra commerciale con l'Unione Europea, imponendo tariffe su alcuni tipi di alcolici e altri prodotti, il governo di Hong Kong ha adottato un approccio opposto. Il 16 ottobre, il capo dell'esecutivo John Lee Ka-chiu ha annunciato una significativa riduzione dell'imposta sulle bevande ad alto contenuto alcolico, con l'obiettivo di consolidare la posizione di Hong Kong come principale centro commerciale di vino e liquori in Asia. In base alla nuova politica, l'imposta sui liquori sarà ridotta al 10% e si applicherà solo alla parte del prezzo della bottiglia che supera i 200 dollari di Hong Kong. In precedenza, Hong Kong aveva una delle tasse più alte al mondo sulle bevande alcoliche superiori al 30% di alcol in volume, fissata al 100%.
John Lee ha spiegato che la mossa mira a "promuovere il commercio di liquori" come parte di una strategia più ampia per "esplorare nuove aree di crescita" per Hong Kong, che ha visto un calo sia del numero di turisti che di residenti stranieri. La decisione si allinea con la politica fiscale esistente in materia di vino e birra, categorie in cui Hong Kong ha eliminato le tasse nel 2008, consentendo al territorio di diventare un hub commerciale di vino chiave in Asia. Nel 2018, un decennio dopo l'eliminazione delle tariffe sul vino, le importazioni totali di vino di Hong Kong hanno raggiunto 153 milioni di dollari, rispetto ai 121 milioni del 2006.
L'idea di ridurre le tasse sui liquori è stata discussa da luglio, quando diversi politici locali hanno esortato Lee a rivedere l'imposta. Essi sostengono che un alleggerimento delle aliquote fiscali potrebbe attirare un maggior numero di imprese di importazione di alcolici, di distribuzione commerciale e di attività di vendita all'asta. Gli esperti del settore ritengono che questa misura non solo stimolerà il commercio di alcolici, ma avrà anche un impatto economico più positivo rispetto all'attuale gettito fiscale, che rappresenta solo lo 0,1% delle entrate fiscali totali, secondo i dati del governo.
Le vendite di baijiu, il tradizionale liquore cinese, dovrebbero beneficiare della riduzione delle tasse di importazione. Anche se il turismo a Hong Kong è ancora in difficoltà dopo la pandemia, raggiungendo solo il 60% dei livelli pre-crisi nei primi quattro mesi di quest'anno, la politica fiscale dovrebbe frenare la tendenza dei residenti di Hong Kong ad attraversare il confine con Shenzhen, dove l'offerta di cibo e bevande è cresciuta in modo significativo.
Il taglio delle tasse a Hong Kong contrasta con altre regioni in cui le tasse sugli alcolici rimangono elevate. Nella Cina continentale le aliquote variano dal 15% al 25%, mentre in altri Paesi, come la Norvegia e il Regno Unito, le tasse rappresentano una parte significativa del prezzo della bottiglia. Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, in Norvegia le tasse rappresentano l'89% del prezzo di una tipica bottiglia di liquore, mentre nel Regno Unito la percentuale è del 64%.
Questa mossa cerca di rivitalizzare un settore che è stato cruciale per l'economia di Hong Kong negli ultimi anni, posizionando il territorio come un hub centrale per il commercio di alcolici all'interno e all'esterno dell'Asia.
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