20-03-2024

L'industria del vino, forte di una tradizione secolare, si trova ad affrontare un dilemma moderno mai visto prima: il cambiamento del comportamento dei consumatori, guidato da preoccupazioni per la salute e da cambiamenti sociali. Gino Colangelo, presidente di Colangelo & Partners, ha fatto luce su questo panorama in evoluzione attraverso le intuizioni raccolte dalla seconda indagine annuale sul vino condotta in collaborazione con Wine Opinions, che ha rivelato l'atteggiamento dei consumatori nei confronti del vino e della salute. Lo studio, pubblicato a gennaio, rivela quella che Colangelo descrive come una "minaccia esistenziale" per il mondo del vino, radicata non nella capacità del settore di attrarre le nuove generazioni o di competere con la crescente popolarità degli alcolici, della birra artigianale, della cannabis e con l'onnipresente fascino dei social media, ma piuttosto nel crescente sentimento neo-proibizionista.
La sfida contemporanea è multiforme: da un lato, l'USDA sta valutando la possibilità di inasprire le linee guida dietetiche per il consumo di alcol, suggerendo una drastica riduzione a due bicchieri a settimana per gli adulti, indipendentemente dal sesso. Questo cambiamento arriva in un momento in cui l'isteria pubblica nei confronti dell'alcol sembra raggiungere il picco massimo, alimentata dalla crescente consapevolezza della salute tra i giovani. Queste tendenze sono evidenziate dalla crescente partecipazione a iniziative come Dry January e Sober October, in particolare tra i giovani di età compresa tra i 21 e i 39 anni, che indicano un cambiamento significativo nel modo in cui l'alcol viene percepito e consumato dalla popolazione più giovane.
Tuttavia, non si tratta solo di un calo del consumo. Lo studio evidenzia una complessa rete di fattori, tra cui l'ascesa dell'industria del benessere e la crescente enfasi sul consumo etico. Questi cambiamenti non rappresentano solo sfide, ma anche opportunità per l'industria del vino di adattarsi e prosperare. Come hanno illustrato Felicity Carter e Hopkins nella loro presentazione al Wine2Wine Business Forum, la soluzione potrebbe risiedere nell'incontrare i consumatori dove si trovano: allineare maggiormente la cultura del vino ai valori della salute, del benessere, dell'agricoltura e del consumo etico.
Colangelo suggerisce che un cambio di strategia potrebbe essere necessario. Enfatizzando il significato culturale, culinario e storico del vino e riconsiderando potenzialmente il ruolo centrale dell'alcol nella cultura del vino, l'industria potrebbe navigare in queste correnti mutevoli. L'idea di creare spazi sobri agli eventi enologici, un tempo forse impensabile, sembra ora un adattamento necessario per soddisfare le preferenze e i valori in evoluzione dei consumatori.
Questo periodo di trasformazione offre all'industria del vino un'opportunità unica per reinventare alcuni aspetti della sua identità e del suo fascino. Integrando più profondamente il vino nel tessuto di stili di vita attenti alla salute, all'etica e alla famiglia, ed esplorando il potenziale dei prodotti a basso o nullo contenuto alcolico, l'industria può colmare il divario tra tradizione e valori contemporanei. Il percorso da seguire richiederà innovazione, apertura al cambiamento e un impegno a confrontarsi con i consumatori alle loro condizioni. Così facendo, il vino può rimanere una parte amata del nostro tessuto sociale, anche se i fili di quel tessuto sono tessuti in nuovi modelli.
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