03-11-2025

Le azioni della Campari, l'azienda italiana di alcolici nota per l'Aperol e l'omonimo bitter, hanno subito un brusco calo lunedì dopo che la polizia tributaria italiana ha sequestrato azioni per un valore di 1,29 miliardi di euro (1,5 miliardi di dollari) detenute dalla sua società madre, Lagfin. Il sequestro fa seguito a un'indagine su una presunta evasione fiscale legata a plusvalenze non dichiarate quando Lagfin ha trasferito la propria residenza fiscale all'estero. L'importo sequestrato rappresenta quasi un sesto dell'attuale valore di mercato della Campari.
La Guardia di Finanza ha annunciato venerdì scorso di aver preso il controllo delle azioni dopo che un'indagine ha rilevato 5,3 miliardi di euro di plusvalenze non dichiarate ai fini fiscali. Le autorità sostengono che Lagfin non abbia pagato l'exit tax, richiesta quando le società trasferiscono la loro sede fiscale fuori dall'Italia. Lagfin, controllata dalla famiglia Garavoglia, ha negato qualsiasi illecito e ha dichiarato di mantenere oltre l'80% dei diritti di voto di Campari, pur detenendo una partecipazione del 51%. La società ha dichiarato che il sequestro cautelativo non influirà sulla sua posizione di azionista di controllo.
Lunedì mattina, le azioni Campari sono scese fino al 5%, prima di recuperare terreno e scendere del 3,4% a mezzogiorno a Milano. Il gruppo aveva una capitalizzazione di mercato di circa 7,45 miliardi di euro alla chiusura di venerdì. La stessa Campari ha dichiarato di non essere coinvolta nell'indagine.
Gli analisti di Equita e Banca Akros hanno osservato che se le accuse dei pubblici ministeri saranno confermate, la famiglia Garavoglia potrebbe avere bisogno di vendere alcune azioni Campari per coprire le spese fiscali. Questa possibilità potrebbe esercitare una pressione al ribasso sul prezzo delle azioni nel breve periodo. In passato, in casi analoghi di controversie fiscali, le società hanno spesso raggiunto accordi con le autorità italiane, ottenendo pagamenti inferiori a quelli inizialmente richiesti. Gli analisti di Mediobanca stimano che Lagfin potrebbe finire per pagare tra il 25% e il 40% dell'importo originario in caso di accordo.
Secondo i documenti esaminati da Reuters, il presidente di Campari Luca Garavoglia è tra gli indagati per aver presentato dichiarazioni fiscali fraudolente, insieme a Lagfin SCA come entità aziendale. Garavoglia, che guida l'azienda dal 1994 e ha 56 anni, non ha commentato pubblicamente le accuse specifiche.
L'indagine è incentrata su una ristrutturazione aziendale avvenuta nel 2019, quando Campari ha fuso la sua holding originaria Alicros, con sede vicino a Milano, in Lagfin, con sede in Lussemburgo. I procuratori di Milano hanno iniziato a esaminare questa mossa poco più di un anno fa, nell'ambito di un'indagine più ampia sulla possibile evasione fiscale legata ai trasferimenti societari transfrontalieri.
Il caso evidenzia il continuo controllo da parte delle autorità italiane sulle società che spostano la loro base fiscale all'estero e le complesse implicazioni fiscali che tali spostamenti possono innescare per i gruppi multinazionali che operano nel settore delle bevande in Italia.
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