07-10-2025
I produttori di vino italiani stanno affrontando importanti sfide finanziarie a causa dei dazi americani imposti sui vini importati. I dazi, introdotti per la prima volta durante l'amministrazione Trump, hanno costretto molte cantine italiane ad assorbire da sole l'aumento dei costi per mantenere la loro presenza sul mercato statunitense. Di conseguenza, mentre i consumatori americani hanno visto solo un modesto aumento dell'1% del prezzo dei vini italiani sugli scaffali dei negozi dall'inizio dell'anno, l'impatto sui produttori è stato molto più grave.
Secondo i dati dell'Unione Italiana Vini, i produttori italiani hanno dovuto ridurre i prezzi delle bottiglie fino al 25% per rimanere competitivi negli Stati Uniti. Questa strategia ha portato a una perdita stimata di 61 milioni di euro di ricavi per le aziende vinicole italiane. Queste cifre sono state registrate a luglio, quando il dazio era ancora al 10%. Con l'aumento previsto al 15%, gli esperti del settore avvertono che l'onere finanziario diventerà ancora più difficile da sostenere per i produttori.
La regione Emilia-Romagna, nota per il suo Lambrusco e altri vini, ha calcolato perdite superiori a 2,5 milioni di euro per le aziende vinicole locali. La situazione è ulteriormente complicata dal calo delle esportazioni di vino negli Stati Uniti. Nel mese di luglio, le esportazioni sono calate del 26%, riflettendo sia l'impatto diretto dei dazi che le più ampie sfide del mercato.
L'Unione Italiana Vini stima che il 76% delle vendite di vino italiano negli Stati Uniti sia ora a rischio. Questo perché le vendite provengono da cantine che esportano almeno il 20% della loro produzione in America. Per molti produttori di piccole e medie dimensioni, gli Stati Uniti rimangono uno dei mercati più importanti, il che li rende particolarmente vulnerabili ai cambiamenti della politica commerciale e della domanda dei consumatori.
I rappresentanti del settore affermano che se le tariffe dovessero continuare o aumentare ulteriormente, alcune aziende vinicole potrebbero essere costrette a riconsiderare le loro strategie di esportazione o addirittura a ritirarsi del tutto dal mercato americano. La combinazione di costi più elevati, ricavi ridotti e calo della domanda sta creando incertezza in uno dei settori di esportazione più importanti dell'Italia.
Sebbene i consumatori americani non abbiano ancora percepito una differenza di prezzo significativa, gli effetti a lungo termine potrebbero includere una minore disponibilità e varietà di vini italiani sugli scaffali degli Stati Uniti. Per ora, i produttori italiani stanno assorbendo gran parte dei costi nel tentativo di proteggere la loro quota di mercato e di mantenere i rapporti con i distributori e i rivenditori americani.
Questa situazione evidenzia come le politiche commerciali internazionali possano avere conseguenze di vasta portata non solo per le imprese, ma anche per i consumatori e le economie regionali che dipendono dalle esportazioni. Mentre proseguono i negoziati tra i governi e i gruppi industriali alla ricerca di soluzioni, le aziende vinicole italiane osservano con attenzione e sperano di trovare sollievo dalle crescenti pressioni finanziarie.
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