Proteggere il vino dall'odore di tappo

Il complesso mondo dei difetti del vino

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Immaginate di avere in mano un bicchiere di vino, aspettando con impazienza il primo accenno aromatico di ciò che contiene. Siete pronti per un bouquet che vi trasporti in vigneti assolati, che accenni a fragole, peperoni appena arrostiti o caramello che si scioglie lentamente. L'ultima cosa che volete è che l'annusata iniziale vi faccia vacillare, mettendo in discussione tutto, dalla conservazione del vino al suo viaggio dal vigneto allo scaffale. È un momento che può trasformarsi da anticipazione a indagine, mentre ci si chiede se la bottiglia sia stata un regalo prezioso o un acquisto dimenticato.

Il mondo del vino, proprio come un giallo, ha i suoi misteri. Uno degli aromi più comuni, ma meno desiderati, è quello di un panno umido dimenticato in un angolo della cucina. Nonostante molti amanti del vino affermino di non aver mai riscontrato un simile difetto, questo odore di muffa, spesso descritto come "tappo di sughero", è tutt'altro che raro.

L'odore di tappo, un termine che non fa piacere all'industria del sughero, viene spesso erroneamente attribuito esclusivamente al tappo stesso. Tuttavia, gli esperti del settore sostengono che questo difetto può derivare da varie fonti all'interno della cantina, influenzando il vino prima ancora che tocchi il tappo. A sua difesa, il sughero, quando è sano, emana aromi piacevoli che ricordano la vaniglia o le erbe fresche.

Negli ultimi due decenni, l'industria del sughero ha fatto passi da gigante nella tecnologia e nell'innovazione per combattere la contaminazione da sughero. L'Istituto Catalano del Sughero e Aecorck riferiscono di una drastica diminuzione dell'incidenza delle bottiglie contaminate da TCA - da una stima del 3% di vent'anni fa ad appena lo 0,3% di oggi.

Il TCA, o tricloroanisolo, è al centro del problema della contaminazione del sughero. Questo composto, un sottoprodotto dei clorofenoli presenti nei pesticidi, nei conservanti del legno e persino nell'inquinamento atmosferico, può infiltrarsi negli alberi da sughero, nell'acqua e nel terreno. Nonostante la messa al bando di questi pesticidi nell'Unione Europea, la loro eredità persiste e rappresenta un rischio per il sughero e, di conseguenza, per il vino.

La battaglia contro il TCA è una guerra microscopica. Quando le spore di muffa incontrano i clorofenoli, subiscono un processo di trasformazione, convertendo questi composti nocivi in cloroanisoli meno pericolosi, ma altamente aromatici, tra cui il TCA e il TeCA. Questi composti volatili possono attaccarsi a qualsiasi cosa, dalla corteccia del sughero alle pareti della cantina, finendo per entrare nel vino.

Per prevenire la contaminazione da sughero non basta controllare il tappo. Si consiglia alle cantine di eliminare tutte le potenziali fonti di cloro e clorofenoli, dai detergenti ai legni trattati, e di monitorare l'atmosfera della cantina per individuare questi composti. È interessante notare che anche i tappi di sughero sani possono assorbire cloroanisoli dai vini contaminati, evidenziando l'importanza di un approccio olistico alla prevenzione.

Per i consumatori che scoprono un difetto nel loro vino, spesso si pone la domanda: è sicuro da bere? La risposta è un sonoro sì. Anche se l'esperienza può non essere piacevole, con sapori e aromi distorti dalla contaminazione, non comporta alcun rischio per la salute, nemmeno in alte concentrazioni. Il viaggio del vino dal vigneto al bicchiere è irto di potenziali insidie, ma la comprensione e la prevenzione dell'odore di tappo sono un passo fondamentale per garantire che ogni bottiglia offra solo puro piacere.

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