Le previsioni sulla produzione di vino in Italia sono in calo a causa delle scarse rese della vendemmia 2025

29-09-2025

La minore produzione, attribuita alle difficoltà climatiche, può contribuire a riequilibrare l'offerta e a sostenere i prezzi in un contesto di vendite fiacche e scorte elevate.

La vendemmia 2025 in Italia mostra rese inferiori a quelle precedentemente stimate, secondo i nuovi dati diffusi da Legacoop Agroalimentare. L'organizzazione prevede ora una produzione totale di circa 44 milioni di ettolitri di vino, in calo rispetto alle precedenti previsioni di altri gruppi industriali come Unione Italiana Vini, Assoenologi e Ismea, che avevano stimato 47,4 milioni di ettolitri. Anche la previsione di Coldiretti di fine luglio era più alta, con 45 milioni di ettolitri.

Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, ha spiegato che la raccolta è ormai completata per oltre il 75% in tutto il Paese. Ha osservato che, sebbene la quantità sia inferiore alle aspettative iniziali, la qualità delle uve è considerata eccellente. Maretti ha attribuito questo risultato alle temperature notturne moderate durante la stagione di crescita, che hanno contribuito a mantenere un buon equilibrio tra contenuto alcolico e acidità delle uve.

La riduzione del volume è in parte dovuta agli eventi meteorologici che hanno colpito diverse regioni. La siccità in alcune zone del sud e le piogge durante la fioritura in alcune zone del nord hanno contribuito a ridurre le rese. Le regioni che hanno registrato una produzione particolarmente elevata nel 2024, quest'anno hanno subito un calo tra il 10 e il 20%. Questo calo è visto come un aiuto per riequilibrare l'offerta e la domanda nel mercato del vino italiano, che ha lottato con un'offerta eccessiva e vendite fiacche. Al 31 luglio, c'erano ancora quasi 40 milioni di ettolitri di vino invenduto in tutta Italia.

Maretti ha affermato che se riduzioni simili saranno confermate in Francia e Spagna, i tre maggiori Paesi produttori di vino potrebbero vedere un migliore equilibrio tra domanda e offerta. Secondo Maretti, questo scenario scoraggerebbe le pratiche speculative volte a far scendere ingiustamente i prezzi e contribuirebbe a proteggere il valore del settore vinicolo italiano.

Ha inoltre messo in guardia dalle richieste di tagli alla produzione in tutte le regioni, affermando che ogni segmento del mercato ha le sue caratteristiche e dovrebbe essere analizzato singolarmente. Alcune regioni vinicole italiane continuano ad assorbire e vendere vini provenienti da altre aree che negli ultimi anni hanno investito meno in marketing e organizzazione.

Legacoop Agroalimentare è favorevole a un arresto temporaneo dell'aumento annuale dell'1% della superficie vitata italiana, ma sottolinea che la promozione rimane fondamentale per il futuro del settore. Maretti ha sottolineato che, nonostante le incertezze globali causate da guerre e dazi, le cantine cooperative italiane hanno agito con cautela per mantenere le loro posizioni di mercato. Molte hanno accettato margini di profitto più bassi e hanno assorbito i costi delle tariffe per evitare di perdere quote di mercato all'estero.

Maretti ha concluso sottolineando la capacità di ripresa dei vigneti italiani e ha chiesto sforzi promozionali mirati, basati su dati di produzione reali. Secondo Maretti, questi sforzi dovrebbero concentrarsi sulla diffusione della cultura del vino a livello internazionale e sul sostegno al continuo miglioramento della qualità e del posizionamento di mercato dei vini italiani.