Una petizione con 21.000 firme sollecita Trump a porre fine ai dazi che minacciano il settore del vino e degli alcolici statunitense per 476 miliardi di dollari

12-12-2025

I leader del settore avvertono che il mantenimento dei dazi potrebbe causare la perdita di posti di lavoro, l'aumento dei prezzi e la riduzione della scelta dei consumatori nelle aziende alberghiere americane.

Petition With 21,000 Signatures Urges Trump to End Tariffs Threatening $476 Billion U.S. Wine and Spirits Sector

Una coalizione di gruppi industriali americani del vino e degli alcolici, nota come Toasts Not Tariffs, ha consegnato una petizione all'ex Presidente Donald Trump, invitandolo a rimuovere i dazi sulle bevande alcoliche europee e britanniche. La petizione, che ha raccolto più di 21.000 firme, è stata inviata il 10 dicembre e chiede l'immediata rimozione delle tariffe sui prodotti alcolici e vinicoli provenienti dall'Unione Europea e dal Regno Unito.

È la seconda volta in sei mesi che la coalizione si rivolge direttamente a Trump. Nel messaggio si avverte che se l'attuale tariffa del 15% sugli alcolici e sui vini dell'UE e quella del 10% sugli alcolici del Regno Unito rimarranno in vigore, le conseguenze per le imprese americane potrebbero essere gravi. Il gruppo ha sottolineato che i ristoranti e i bar degli Stati Uniti sono già alle prese con l'aumento dei costi e il calo delle vendite di vino e alcolici. Secondo il gruppo, il mantenimento dei dazi potrebbe portare a ulteriori perdite di posti di lavoro, a una riduzione della scelta dei consumatori e a un rallentamento dell'attività economica a livello nazionale.

La lettera della coalizione sottolinea il ruolo significativo che le industrie del vino e degli alcolici svolgono nell'economia degli Stati Uniti. Secondo i loro dati, questi settori contribuiscono con oltre 476 miliardi di dollari all'anno e sostengono più di 3,5 milioni di posti di lavoro. La lettera fa anche riferimento a controversie commerciali passate, notando che quando l'Unione Europea ha imposto una tariffa di ritorsione del 25% sui whisky americani tra il 2018 e il 2021, le esportazioni statunitensi in Europa sono calate del 20%. Sebbene le tariffe dell'UE siano attualmente sospese, si teme che, in assenza di un accordo permanente, le esportazioni americane di alcolici possano subire una nuova tariffa del 30% già nel febbraio 2026.

Toasts Not Tariffs ha descritto l'industria dell'ospitalità come una pietra miliare della vita americana, che impiega milioni di persone e genera trilioni di entrate ogni anno. Il gruppo ha sostenuto che il vino e gli alcolici non sono solo prodotti di base, ma sono ambasciatori culturali legati a regioni specifiche. Hanno sottolineato che la produzione non può essere semplicemente spostata altrove per evitare le tariffe.

La petizione fa seguito a uno sforzo simile di giugno, che ha raccolto più di 19.000 firme di persone preoccupate per l'impatto dei dazi sulle imprese americane e sulle opzioni dei consumatori. I leader del settore affermano che le tariffe hanno già causato danni. In Canada, ad esempio, alcuni alcolici americani sono stati rimossi dagli scaffali dei negozi in risposta alle dispute commerciali. Brown-Forman, proprietaria del whisky Jack Daniel's, ha registrato un calo del 61% nelle vendite del secondo trimestre in Canada dopo l'entrata in vigore di queste misure.

I rappresentanti dell'industria continuano a fare pressione per trovare una soluzione prima che si verifichino ulteriori danni economici. Essi avvertono che, se non si interviene al più presto, sia i produttori americani che i consumatori dovranno far fronte a prezzi più alti e a una minore possibilità di scelta sia in patria che all'estero.