03-12-2025

Il vino italiano continua a essere un protagonista del mercato globale, con esportazioni e produzione che mostrano una buona tenuta nonostante il cambiamento delle abitudini dei consumatori e le sfide internazionali. Il 12 novembre 2025, leader del settore, produttori e politici si sono riuniti a Ca' del Bosco in Franciacorta per il XIV Incontro con il Territorio, organizzato dal Comitato Leonardo in collaborazione con Herita Marzotto Wine Estates. L'evento si è concentrato sullo stato attuale del vino italiano, sul suo impatto economico e sulle strategie necessarie per mantenere la leadership in un contesto di cambiamento globale.
Secondo Sergio Dompé, Presidente del Comitato Leonardo, il settore vitivinicolo italiano è una delle componenti più importanti dell'industria alimentare e delle bevande del Paese. Con oltre 30.000 aziende di trasformazione e 74.000 dipendenti, la produzione di vino genera più di 16 miliardi di euro all'anno. Di questi, più di 8 miliardi di euro provengono dalle esportazioni. L'Italia rimane il primo esportatore di vino al mondo per volume e il secondo per valore, dietro solo alla Francia. Nel 2024, le esportazioni di vino italiano raggiungeranno gli 8,1 miliardi di euro.
I dati presentati da Denis Pantini di Nomisma Wine Monitor hanno evidenziato che il vino italiano sta affrontando un periodo di cambiamenti strutturali che riguardano la produzione, l'export e il consumo interno. Il settore rappresenta il 9% del fatturato totale dell'Italia e il 14% delle esportazioni di prodotti alimentari e bevande. L'Italia si distingue anche per la sua biodiversità: i primi dieci vitigni rappresentano solo il 38% della produzione, rispetto a concentrazioni molto più elevate in Paesi come l'Australia e la Spagna. Il Paese ha un sistema di denominazioni frammentato, con 409 DOP (Denominazioni di Origine Protetta) e 118 IGP (Indicazioni Geografiche Protette). Le 100 aziende più grandi sono responsabili di oltre la metà delle esportazioni e dei ricavi totali.
La bilancia commerciale del vino italiano è forte, con un'eccedenza di oltre 7,5 miliardi di euro, ben superiore all'eccedenza agricola complessiva. La maggior parte dei vigneti si trova in zone collinari o montane e copre circa 383.000 ettari. Il valore per ettaro è secondo solo alle colture frutticole.
A livello internazionale, il vino italiano ha ampliato la sua leadership da nove mercati nel 2004 a quarantasei nel 2024. La sua quota del valore delle esportazioni globali è cresciuta dal 17% al 22% in due decenni. Tuttavia, permane un significativo divario di prezzo con la Francia: mentre il prezzo medio all'esportazione dei vini fermi imbottigliati francesi è di 7,81 euro al litro, quello italiano è di soli 4,43 euro al litro, una differenza che riflette il diverso posizionamento sul mercato.
Dopo la pandemia, il commercio mondiale di vino ha raggiunto un picco di oltre 39 miliardi di euro nel 2022, ma è sceso a quasi 36 miliardi di euro nel 2024. Nei primi otto mesi del 2025, i risultati del mercato sono stati diversi: Le importazioni statunitensi sono aumentate di quasi il 4% in valore; anche la Germania ha registrato una crescita; ma si sono registrati cali nel Regno Unito, in Australia, Canada e Corea del Sud. Tra gennaio e luglio 2025, rispetto allo stesso periodo del 2024, le esportazioni totali di vino italiano sono diminuite di quasi l'1% in valore e di oltre il 2% in volume. I vini spumanti sono cresciuti leggermente in volume, mentre i vini fermi sono diminuiti.
Anche i modelli di consumo interno si stanno modificando. Tra il 2010 e il 2024, la quota dei vini rossi fermi è scesa da quasi il 44% al 37% del consumo totale; i vini bianchi sono rimasti stabili, mentre i vini spumanti sono aumentati in modo significativo. Le vendite nei supermercati riflettono queste tendenze: i vini spumanti sono in aumento, mentre i rossi sono in calo.
Il consumo regolare di vino tra gli italiani è diminuito drasticamente negli ultimi quindici anni, passando dal cinquantacinque per cento al quaranta per cento degli adulti che bevono regolarmente. Il calo riguarda tutte le fasce d'età, ma è più pronunciato tra i quarantacinquenni e i cinquantanovenni. Anche tra gli ultrasessantenni, i consumatori più fedeli, il consumo regolare è sceso dal settanta per cento al cinquantaquattro per cento.
Tra i bevitori abituali ("frequent users"), i vini rossi fermi rimangono i più popolari con il trentadue per cento del consumo; i bianchi seguono con il ventisei per cento; i vini spumanti hanno raggiunto il diciassette per cento; i vini rosati fermi rappresentano il cinque per cento.
Questo calo dei consumatori abituali sta spingendo i produttori a ripensare la propria offerta e a investire maggiormente in qualità e comunicazione. Cresce l'interesse per gli stili più leggeri e per i formati alternativi, nonché per i metodi di produzione sostenibili, tendenze particolarmente forti tra i consumatori più giovani e i Millennials. La sostenibilità influenza oggi l'85% delle scelte dei consumatori italiani e il 72% di quelli americani. Anche le opzioni più salutari stanno guadagnando terreno.
Il governo italiano sta lavorando per sostenere il settore attraverso il patrocinio internazionale e gli sforzi per aprire nuovi mercati e consolidare quelli esistenti. Il Ministro Francesco Lollobrigida ha sottolineato che il vino non è solo un prodotto economico, ma anche un bene culturale che contribuisce a preservare posti di lavoro e paesaggi. Ha sottolineato gli sforzi in corso per il riconoscimento UNESCO della cucina italiana - che includerebbe il vino come elemento chiave - e ha affermato che qualsiasi futura modifica delle tariffe sarà attentamente monitorata per verificarne il reale impatto sul commercio.
Mentre il cambiamento climatico, la globalizzazione e le nuove tecnologie rimodellano l'agricoltura a livello mondiale, i produttori italiani stanno investendo maggiormente nella ricerca e nell'intelligenza artificiale per mantenere il loro vantaggio competitivo. La capacità di adattamento del settore determinerà la possibilità di continuare la propria tradizione di eccellenza, soddisfacendo al contempo le nuove esigenze dei consumatori in patria e all'estero.
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