L'Assemblea francese valuta la possibilità di porre fine alla vendita di alcolici nel suo iconico bar parlamentare

11-11-2025

La proposta mira a porre fine alle vendite nei bar e ai rimborsi per le bevande alcoliche dei deputati, scatenando un dibattito sulla tradizione e sulla spesa pubblica.

L'Assemblea nazionale francese sta valutando una proposta che potrebbe porre fine alla vendita di alcolici nel bar del Parlamento, noto come buvette. L'iniziativa è stata presentata il 31 ottobre da Emmanuel Duplessy, deputato del partito Génération. La proposta di Duplessy mira a vietare la vendita di bevande alcoliche all'interno del Palais Bourbon, dove si riunisce l'Assemblea. La misura rientra in un più ampio sforzo di ottimizzazione della spesa pubblica e di revisione delle pratiche interne all'Assemblea.

Secondo i dati citati da Duplessy, l'anno scorso le vendite di bevande alcoliche alla buvette hanno generato meno di 100.000 euro. Il rapporto osserva che queste vendite non sono limitate ai soli deputati. La buvette è aperta anche ai ministri, ai membri del personale, ai consiglieri ministeriali e agli ex deputati. Questo accesso più ampio rende difficile determinare con esattezza la quantità di alcol consumata dagli attuali legislatori.

La proposta di Duplessy va oltre il semplice divieto di vendita di alcolici al bar. Vuole anche porre fine ai rimborsi per le bevande alcoliche acquistate durante i pasti dai deputati. Attualmente, i deputati possono richiedere tali spese attraverso l'anticipo mensile delle spese di mandato (AFM), un sistema introdotto nel 2018. L'AFM consente ai parlamentari di essere rimborsati per i costi relativi ai loro doveri ufficiali che non sono altrimenti coperti o rimborsati dall'Assemblea. Queste spese possono includere viaggi, alloggio e pasti; la maggior parte dei deputati riceve un'indennità mensile di 6.553 euro.

Nel suo rapporto, Duplessy solleva preoccupazioni sia per la salute pubblica che per la percezione dell'opinione pubblica. Si chiede se sia appropriato che i deputati utilizzino fondi pubblici per pagare il vino o altre bevande alcoliche consumate al lavoro tra una seduta e l'altra. Sottolinea inoltre che molti cittadini francesi sono a disagio all'idea di vendere alcolici in un luogo di lavoro come l'Assemblea nazionale.

Tuttavia, le modifiche proposte non si applicherebbero a tutte le situazioni che coinvolgono l'alcol. Il rapporto specifica che rimarrebbero delle eccezioni per i costi legati all'organizzazione di ricevimenti, cerimonie o cene di lavoro in cui gli ospiti potrebbero consumare alcolici. Questi eventi sono considerati parte delle funzioni parlamentari ufficiali e sarebbero ancora ammissibili al rimborso secondo le regole attuali.

Il dibattito sull'alcol all'Assemblea Nazionale si inserisce in una più ampia discussione in Francia sulla trasparenza e sull'uso responsabile dei fondi pubblici. Mentre alcuni considerano la tradizione del vino e della birra alla buvette come parte della cultura politica francese, altri sostengono che sia giunto il momento di cambiare, in linea con gli standard moderni del luogo di lavoro e con le aspettative del pubblico.

La proposta ha suscitato un dibattito tra i deputati e gli osservatori sulla necessità o meno di tali misure. Alcuni legislatori si sono espressi a favore di regole più severe sul consumo di alcolici e sui rimborsi, mentre altri difendono le pratiche esistenti come ragionevoli e radicate nella tradizione.

Non è stata ancora presa una decisione definitiva sulla proposta di Duplessy. La questione sarà probabilmente discussa ulteriormente nell'ambito delle revisioni in corso dei bilanci parlamentari e dei regolamenti interni. Per ora, vino e birra restano disponibili alla buvette, ma il loro futuro nelle sale del potere francese è incerto, poiché i legislatori soppesano la tradizione con le richieste di riforma.