09-12-2025

I produttori di vino europei e i consumatori potrebbero presto vedere cambiamenti significativi sugli scaffali dei negozi, a seguito di un accordo provvisorio raggiunto a Bruxelles il 4 dicembre. Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno concordato una nuova serie di norme, note come "Pacchetto vino", che mira a modernizzare il settore vinicolo in tutta l'Unione europea. Le misure riguardano l'etichettatura dei vini dealcolizzati, il sostegno all'enoturismo, la sostenibilità e gli sforzi per ridurre la burocrazia per i produttori.
Uno dei cambiamenti più immediati riguarda le etichette dei vini. Secondo le nuove regole, i vini con un contenuto alcolico inferiore allo 0,5% saranno etichettati come "senza alcol", mentre quelli con un contenuto inferiore allo 0,05% potranno utilizzare la denominazione "0,0%". I vini che hanno almeno il 30% di alcol in meno rispetto alle versioni standard saranno etichettati come "a ridotto contenuto alcolico". Questi cambiamenti hanno lo scopo di rendere più facile per i consumatori capire cosa stanno acquistando, soprattutto in seguito alla crescita della domanda di opzioni a basso contenuto di alcol e senza alcol.
I gruppi industriali hanno reagito con sentimenti contrastanti. Gabriele Castelli, direttore di Federvini, ha accolto con favore la semplificazione dell'etichettatura e la continuità dei programmi promozionali, definendoli passi avanti verso un quadro normativo più moderno. Paolo Castelletti, segretario generale dell'Unione Italiana Vini, ha invece espresso la preoccupazione che il termine "a ridotto contenuto alcolico" possa non rispondere pienamente alle aspettative dei consumatori.
Le nuove norme arrivano in un momento difficile per l'industria vinicola europea. Il consumo di vino in Europa è sceso al livello più basso degli ultimi trent'anni. Il settore, che nel 2023 rappresentava oltre il 60% della produzione globale, deve affrontare cambiamenti demografici, abitudini di consumo mutevoli e sfide legate al clima. Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, ha descritto l'accordo come un risultato importante dopo lunghe trattative, ma ha avvertito che senza finanziamenti dedicati e un sostegno continuo da parte dell'Organizzazione comune di mercato (OCM) dell'UE per il vino, i progressi potrebbero andare persi.
La sostenibilità è uno dei punti chiave del nuovo pacchetto. I cambiamenti climatici stanno già influenzando i vigneti con ondate di calore, gelate improvvise e nuove malattie. L'accordo consente agli Stati membri di aumentare il sostegno dell'UE agli investimenti legati al clima fino all'80% dei costi ammissibili. Ciò significa che le aziende vinicole che intendono installare pannelli solari o adottare sistemi di irrigazione più efficienti potrebbero ricevere un sostanziale aiuto finanziario dall'UE. Sono previsti anche maggiori finanziamenti per le iniziative di sostenibilità e tassi di cofinanziamento più elevati per le misure di adattamento. Particolare attenzione viene data alla lotta contro la flavescenza dorata, una malattia che minaccia i vigneti in tutta Europa.
La riduzione della burocrazia è un altro obiettivo del pacchetto. I produttori devono spesso affrontare complesse pratiche burocratiche e ostacoli amministrativi per accedere ai fondi UE o per conformarsi alle normative. Le nuove regole promettono autorizzazioni al reimpianto più durature, meno sanzioni e procedure più semplici per le misure di gestione delle crisi. Per i vini esportati al di fuori dell'UE, i produttori non dovranno più elencare gli ingredienti sulle etichette destinate solo ai mercati interni.
Il pacchetto aumenta anche i finanziamenti per la promozione e l'enoturismo. L'UE coprirà ora fino al 60% dei costi delle campagne promozionali, rispetto al 50% precedente, e permetterà ai programmi di durare fino a nove anni. Questo dovrebbe aiutare i vini europei a competere a livello internazionale e fornire stabilità alle aziende che investono nello sviluppo del mercato a lungo termine. Anche il turismo del vino riceverà un sostegno mirato; secondo i dati della Coldiretti, più di otto milioni di italiani hanno visitato i vigneti durante l'ultima stagione estiva.
Una misura controversa è la possibilità di utilizzare i fondi UE per l'estirpazione dei vigneti in eccesso al fine di bilanciare la domanda e l'offerta. Alcuni rappresentanti del settore sostengono che questa non sia una soluzione sostenibile ai problemi strutturali del settore. Luca Rigotti, della divisione vino di Confcooperative, ha espresso disappunto per l'esclusione di alcuni elementi chiave dal testo finale, in particolare per le disposizioni che avrebbero consentito alle cooperative di accedere a tassi di cofinanziamento più elevati riservati alle piccole e medie imprese.
L'accordo raggiunto il 4 dicembre è ancora provvisorio e deve superare altri due passaggi prima di diventare legge: l'approvazione formale da parte del Parlamento europeo e del Consiglio dell'UE. Se l'adozione avverrà nel 2026, ogni Stato membro dovrà decidere come implementare al meglio le misure a livello nazionale.
Per i consumatori, etichette più chiare dovrebbero facilitare la scelta tra i vini tradizionali e quelli a ridotto o nullo contenuto alcolico. L'impatto sui prezzi dipenderà dal modo in cui i produttori gestiranno questi cambiamenti e dall'efficacia con cui i fondi europei sosterranno la loro transizione durante questo periodo di incertezza.
Cristina Guarda, membro del Parlamento europeo del partito italiano dei Verdi-AVS, ha sottolineato che i programmi promozionali saranno ora accessibili non solo alle grandi aziende ma anche ai piccoli produttori grazie a criteri specifici, un'iniziativa vista come positiva per la biodiversità e le tradizioni vinicole artigianali.
L'Europa è responsabile di circa il 60% della produzione mondiale di vino, con l'Italia che da sola genera 14,5 miliardi di dollari di entrate annuali dal suo settore vinicolo. Le nuove regole sono state concepite per aiutare questa industria vitale ad adattarsi ai tempi che cambiano, preservando al contempo il suo patrimonio e la sua importanza economica in tutto il continente.
Fondata nel 2007, Vinetur® è un marchio registrato di VGSC S.L. con una lunga storia nel settore vinicolo.
VGSC, S.L. con partita IVA B70255591 è una società spagnola legalmente iscritta nel Registro delle Imprese della città di Santiago de Compostela, con il numero di registrazione: Bollettino 181, Riferimento 356049 nel Volume 13, Pagina 107, Sezione 6, Foglio 45028, Iscrizione 2.
Email: [email protected]
Sede e uffici a Vilagarcia de Arousa, Spagna.