16-12-2025
Nel cuore della regione francese di Bordeaux, l'industria vinicola sta affrontando una crisi che sta ridisegnando sia l'economia che il paesaggio. Il dipartimento della Gironda, noto come la più grande area vinicola della Francia, sta vivendo una crisi senza precedenti. Secondo le stime, nel 2025 il 20% dei vigneti di Bordeaux scomparirà, un cambiamento che sta colpendo in modo particolare la zona di Entre-deux-Mers.
L'Entre-deux-Mers, situata tra i fiumi Garonna e Dordogna, è stata a lungo riconosciuta per i suoi estesi vigneti e per il suo ruolo nella produzione di grandi volumi di vino. Negli ultimi tre anni, questa regione ha visto sradicare più viti di qualsiasi altra zona della Gironda. La causa è una combinazione di calo del consumo di vino, spostamento delle richieste del mercato e mancanza di adattamento alle nuove tendenze nazionali e globali. Molti produttori locali sono ora costretti a rimuovere le loro viti e a considerare nuove direzioni per le loro terre.
Alain Monget, funzionario eletto a Camblanes-et-Meynac e presidente del Pôle territorial du Cœur Entre-deux-Mers, supervisiona cinque comunità in quest'area colpita. Egli descrive come il paesaggio sia cambiato radicalmente dall'inizio dei programmi di rimozione delle viti sostenuti dal governo. "Il settore vinicolo rimane il nostro principale motore economico", afferma Monget. "Ma da diversi anni a questa parte, abbiamo assistito alla scomparsa di aziende e all'estirpazione di vigneti. I vigneti non sono solo una questione economica: danno lavoro e strutturano il nostro territorio. Ora che siamo in crisi, sta cambiando tutto".
Monget osserva che vedere appezzamenti un tempo produttivi trasformarsi in terreni incolti è difficile per molti residenti. L'identità della regione è strettamente legata ai suoi vigneti e la loro perdita è molto sentita. L'attuale crisi solleva domande su come la comunità si riprenderà e su quali nuovi usi potrebbero emergere per questi terreni.
L'Entre-deux-Mers è particolarmente vulnerabile perché il suo modello di produzione vinicola si basava molto sul volume piuttosto che su imbottigliamenti di alto valore. Dei 20.000 ettari che si prevede di perdere in tutto il Bordeaux, circa un terzo proverrà da quest'area, circa 7.000-8.000 ettari. Molti produttori locali hanno venduto il loro vino sfuso ai commercianti piuttosto che imbottigliarlo da soli, rendendoli più esposti alle fluttuazioni del mercato.
Un altro fattore è il cambiamento demografico. Nel prossimo decennio, si prevede che la metà dei proprietari di vigneti di Entre-deux-Mers andrà in pensione. Con pochi successori disposti o in grado di rilevare queste aziende familiari, molti vigneti vengono semplicemente abbandonati o sradicati.
Il Pôle territorial du Cœur Entre-deux-Mers continua a sostenere il mantenimento dell'uso agricolo di questi terreni. Monget sottolinea l'importanza di mantenere la produzione alimentare locale e di garantire che gli ex appezzamenti di vigneto rimangano dedicati all'agricoltura, anziché essere lasciati inutilizzati o convertiti per altri scopi. Tuttavia, ci sono pressioni concorrenti da parte di gruppi ambientalisti che favoriscono la rinaturalizzazione, ovvero il ritorno del terreno allo stato selvatico dopo la rimozione delle viti.
Nella regione sono in corso alcuni progetti sperimentali per trovare alternative alla coltivazione tradizionale della vite. Tra questi, la piantagione di ulivi, canapa o lo sviluppo dell'agricoltura vegetale. Ma queste transizioni richiedono tempo e investimenti e competenze che molti ex viticoltori non hanno.
La crisi della Gironda riflette i più ampi cambiamenti nei modelli di consumo del vino a livello globale e mette in evidenza le sfide che le regioni agricole tradizionali devono affrontare per adattarsi alle nuove realtà. Per il momento, Entre-deux-Mers si trova a un bivio, mentre cerca di preservare la sua economia rurale e il suo patrimonio culturale in mezzo a cambiamenti radicali nel mondo del vino.
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